Tutela dei Fragili
Se volete fare l'avvocato e limitarvi a esercitare la vostra professione, be', avete un'abilità, e in questo siete molto simili a un idraulico. Ma se volete essere dei veri professionisti, farete qualcosa che va oltre voi stessi. Qualcosa per riparare gli strappi nella vostra comunità. Qualcosa per rendere la vita un po' migliore per le persone.
- Ruth Bader Ginsburg

Anna Ancher - La nonna si diverte (1912)
L'ordinamento italiano ha costruito un solido sistema di tutele per le persone più fragili, che poggia su alcuni pilastri fondamentali. Tra questi spiccano la Legge 104 del 1992, finalizzata all'integrazione sociale e lavorativa, e l'indennità di accompagnamento, un aiuto economico concreto per la non autosufficienza. A queste misure si affianca un cruciale strumento di protezione giuridica: l'Amministrazione di sostegno, che tutela chi non può provvedere ai propri interessi, affiancandolo senza annullarne la capacità. Comprendere la specifica funzione di ciascuno di questi istituti è il primo passo per accedere al giusto sostegno.
La Legge 104
La Legge 104 è la legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone con handicap. Il suo obiettivo non è meramente assistenziale, ma è quello di rimuovere gli ostacoli che impediscono una piena partecipazione alla vita collettiva. Il suo riconoscimento più significativo è lo "stato di handicap in situazione di gravità" (art. 3, comma 3), che non si limita a certificare una patologia, ma attesta come quella condizione riduca l'autonomia personale e renda difficile l'integrazione sociale.
Il cuore dei benefici si manifesta nel mondo del lavoro. La legge riconosce i famosi tre giorni di permesso mensile retribuito, che possono essere fruiti sia dal lavoratore con disabilità grave, sia dal familiare (il "caregiver") che lo assiste. Questa misura è pensata per consentire la cura, l'assistenza e il recupero delle energie psico-fisiche. Per situazioni di assistenza continuativa, il familiare lavoratore può inoltre richiedere un congedo straordinario retribuito della durata massima di due anni nell'arco della vita lavorativa.
Oltre ai permessi, la Legge 104 apre le porte a numerose agevolazioni fiscali, come l'IVA ridotta sull'acquisto di veicoli, la detrazione per le spese mediche e di assistenza, e le detrazioni per i figli a carico.
L'indennità di accompagnamento
L'indennità di accompagnamento, comunemente nota come "accompagno", è invece una prestazione puramente economica erogata dall'INPS. Il suo scopo è aiutare le persone che non sono in grado di badare a sé stesse a sostenere i costi di un'assistenza continua.
Viene riconosciuto a chi è stato certificato invalido civile al 100% e si trova nell'impossibilità permanente di camminare senza l'aiuto costante di un accompagnatore oppure, alternativamente, non è in grado di compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita (come vestirsi, mangiare o curare l'igiene personale). A differenza di molte altre prestazioni, l'assegno è slegato da limiti di reddito e di età, potendo essere richiesto sia da un bambino sia da un anziano.
È fondamentale comprendere che Legge 104 e assegno di accompagnamento non sono la stessa cosa e attivano percorsi di accertamento distinti. Ottenere il riconoscimento di questi diritti, in particolare dell'indennità di accompagnamento, può trasformarsi in un percorso a ostacoli. Non è raro, infatti, che le domande vengano inizialmente respinte dall'INPS, anche in presenza di presupposti sanitari evidenti.
In questi casi è fondamentale non arrendersi, ma agire con prontezza. È infatti necessario rispettare il termine massimo di sei mesi, che decorrono dal ricevimento del verbale della commissione medica che nega il diritto, per poter presentare ricorso.
Il nostro studio assiste i familiari in questo delicato percorso. La procedura che l'avvocato dovrà seguire è quella del cosiddetto accertamento tecnico preventivo (ATP): attraverso il ricorso, si chiede al giudice di nominare un consulente tecnico d'ufficio (il CTU), ossia un medico legale, che effettua una nuova visita sull'interessato prima ancora di istruire una causa vera e propria. Di norma, sono necessari dai 6 ai 12 mesi per ottenere la perizia del consulente, il cui parere sarà determinante per lla decisione del giudice.
Un aspetto cruciale di questa azione è che, in caso di esito positivo, il diritto all'assegno viene riconosciuto con effetto retroattivo. Questo significa che il beneficiario riceverà non solo la prestazione mensile futura, ma anche tutti gli arretrati maturati a partire dalla data della presentazione della domanda amministrativa originale, garantendo così una tutela piena ed effettiva.
L'Amministrazione di sostegno
Nella vita di una persona possono subentrare momenti di fragilità, causati da un'infermità, una menomazione fisica o psichica, o semplicemente dall'avanzare dell'età. Quando queste condizioni rendono difficile, se non impossibile, provvedere in autonomia ai propri interessi, la legge italiana offre uno strumento di protezione giuridica moderno ed efficace: l'Amministrazione di sostegno. Istituita con la Legge n. 6 del 2004, questa misura è nata per affiancare e supportare la persona in difficoltà, senza privarla della sua dignità e della sua capacità di agire.
Per comprendere l'importanza dell'Amministrazione di sostegno, è utile guardare al passato. Prima della sua introduzione, le uniche alternative erano l'interdizione e l'inabilitazione, misure rigide e totalizzanti che privavano quasi completamente la persona della sua autonomia, equiparandola a una sorta di "morte civile". L'Amministrazione di sostegno ha rivoluzionato questo approccio, introducendo il concetto di tutela "su misura". Non si tratta più di annullare la capacità di un individuo, ma di affiancarlo con un aiuto personalizzato, limitandone l'autonomia solo per gli atti strettamente necessari.
Il principio fondamentale è che il beneficiario conserva la piena capacità di agire per tutti gli atti che non sono espressamente indicati nel provvedimento del giudice. Può continuare a compiere le azioni della vita quotidiana, esprimere le proprie volontà e, per quanto possibile, gestire il proprio patrimonio, sentendosi supportato e non sostituito.
La procedura si avvia con un ricorso presentato al Giudice Tutelare del tribunale competente. A richiederla può essere la persona stessa che sente di aver bisogno di aiuto, ma anche il coniuge, i familiari più stretti, il pubblico ministero o i responsabili dei servizi sociali.
Il momento cruciale del procedimento è l'udienza, durante la quale il giudice ha il dovere di incontrare personalmente il potenziale beneficiario. Questo incontro non è una formalità, ma un dialogo essenziale per comprendere a fondo i suoi bisogni reali, ascoltare le sue aspirazioni e valutare il grado di supporto di cui necessita. È un approccio profondamente umano, che mette la persona al centro della decisione.
Al termine di questa valutazione, il giudice emette il decreto di nomina dell'Amministratore di sostegno. Questo documento è il cuore della tutela, il "vestito su misura" cucito sulla persona. Non si limita a nominare l'Amministratore di sostegno, ma definisce con precisione i suoi poteri, specificando quali atti può compiere in nome e per conto del beneficiario (rappresentanza) e per quali atti deve semplicemente assisterlo (assistenza).
La scelta dell'Amministratore di sostegno ricade, preferibilmente, sulla persona indicata dallo stesso beneficiario o, in alternativa, sulla cerchia familiare più stretta (coniuge, figli, genitori), per garantire un rapporto basato sulla fiducia e l'affetto. Solo in mancanza di figure idonee, il giudice nomina un professionista esterno.
Il compito dell'Amministratore di sostegno è delicato e di grande responsabilità. Deve agire tenendo sempre conto dei bisogni e delle aspirazioni del beneficiario, informandolo delle decisioni da prendere e, in caso di dissenso, interpellando il giudice. Inoltre, è tenuto a presentare al giudice un rendiconto periodico del suo operato, garantendo trasparenza e correttezza nella gestione del patrimonio.
In definitiva, l'Amministrazione di sostegno non è una misura statica, ma uno strumento dinamico, che può essere modificato o revocato qualora le condizioni della persona migliorino. Rappresenta una delle più alte espressioni di civiltà giuridica, capace di proteggere i più fragili senza umiliarli, valorizzando la loro dignità e il loro diritto all'autodeterminazione
Contattaci
Hai bisogno di assistenza? Descrivi il tuo caso nel modulo sottostante. Ti risponderemo via e-mail per fornirti le nostre valutazioni iniziali.