Cartello del cemento: il Tribunale di Milano riconosce il risarcimento per il sovrapprezzo "ingiusto" 

05.09.2025

Il Tribunale di Milano ha condannato un'impresa cementiera a risarcire un cliente per i danni subiti a causa del cartello dei prezzi attivo tra il 2011 e il 2016. La sentenza accoglie la domanda di risarcimento per il "sovrapprezzo" pagato, quantificandolo tramite una consulenza tecnica basata sul confronto dei prezzi prima e durante l'intesa. Tuttavia, ha respinto la richiesta di danno per "perdita di chance", ritenendola non provata in modo specifico. 

Joseph Keppler, I padroni del Senato (1889)

Nel caso di specie, una società cliente di un'impresa cementiera coinvolta nel cartello ha avviato un'azione legale per ottenere il risarcimento del danno subito. La richiesta mirava a ottenere sia la restituzione del cosiddetto "sovrapprezzo", ovvero il costo extra pagato per l'acquisto di cemento a causa dei prezzi artificialmente gonfiati, sia il ristoro per la "perdita di opportunità commerciale", intesa come le mancate opportunità commerciali causate dai costi più elevati della materia prima.

Il Tribunale ha innanzitutto ribadito un principio cruciale per queste azioni legali: la decisione dell'Autorità Antitrust che accerta l'illecito ha efficacia di prova vincolante nel giudizio civile. Questo aspetto alleggerisce notevolmente l'onere probatorio dell'impresa danneggiata, che può così concentrarsi sulla dimostrazione del danno subìto senza dover dimostrare nuovamente l'esistenza del cartello. Proprio sulla quantificazione del danno la sentenza offre spunti preziosi. Il giudice ha accolto la richiesta relativa al sovrapprezzo, affidando a un Consulente Tecnico d'Ufficio il compito di calcolarlo con un'analisi economica rigorosa, basata sul confronto tra i prezzi pagati durante l'intesa e quelli del periodo immediatamente precedente.

Di diverso avviso è stato invece il Tribunale riguardo alla domanda di risarcimento per la perdita di opportunità commerciale, che è stata respinta. La decisione sottolinea come questa voce di danno non possa fondarsi su allegazioni generiche. Per essere risarcita, la perdita di un'opportunità commerciale deve essere provata in modo specifico e concreto, dimostrando con elevata probabilità che un'occasione favorevole sia effettivamente andata perduta a causa dell'illecito. In assenza di tale prova rigorosa, la richiesta non può essere accolta.

Questa pronuncia, nel suo complesso, traccia un percorso chiaro per le imprese danneggiate da pratiche anticoncorrenziali. Conferma che le decisioni dell'AGCM sono un trampolino di lancio fondamentale per le azioni di risarcimento e che il danno da sovrapprezzo può essere recuperato se quantificato con metodologie economiche solide. Al contempo, funge da monito sull'importanza di costruire un impianto probatorio robusto, specialmente quando si avanzano pretese per danni più sfumati come la perdita di opportunità commerciale. La sentenza incoraggia a far valere i propri diritti, ma evidenzia la necessità di una strategia legale esperta e ben documentata per ottenere un pieno ristoro.